L’amore è sopravvalutato. Come per tante altre
cose sono rimasta convinta per 25 anni che la mia visione fosse la visione di
tutti. Non avevo mai considerato il pluralismo per certa roba, tipo l’amore.
L’amore della tua vita, quello con cui decidi di condividere i giorni, il bene,
il male, e quella infinita gamma di dettagli che ad uno ad uno riempiono il tuo
tempo, quell’amore là pensavo bisognasse solo trovarlo, non ho mai creduto
davvero che per certi non esiste, semplicemente non c’è. Il cuore pompa ma
poco, la testa vola ma non troppo lontano, il respiro si perde ma a malapena. L’amore educato e composto, sommesso, razionale e controllato è un amore
minore, non ti impone il sacrificio, non pretende altruismo, non è esclusivo,
non sa di sublime.
In certe persone non c’è quel potenziale, il loro massimo
dentro la scala di noi amatori incalliti non solletica nemmeno l’asta della
sufficienza, ma in fondo noi siamo senza
intermezzi, e scale di grigi, oscilliamo dal tutto al niente attendendo una
eternità ma esaurendo lo scambio di posizione in uno solo tempo, denso e
dolorante ma inevitabile.
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