Il mistero nascosto dietro
un nome, il desiderio inappagato di scovare affetti e drammi di una vita da un
profilo social, la paura che le nostre maldestre ricerche da hacker
improvvisati ci facciano scoprire. Tutto per corsa ? solo per avere un pezzo in
più, qualche tiepida luce che diradi il buio dell’ignoranza.
Vi chiederete: di cosa sto
parlando ? Sto parlando delle “altre” e degli “altri”. Parlo di quelli relegati
in angoli nascosti e sommersi come di quelli che vivono appieno, investiti di
ufficialità ma che sanno vedere attraverso le crepe. Parlo delle coppie a tre
cuori, forse quattro, magari cinque.
Dolore che ti toglie il
respiro, consapevolezza di non essere abbastanza, paura e terrore di perdere
quel poco che sa di tutto. Non importa da quale lato del muro sei, siamo malati
della stessa malattia. Ma più di tutto è la curiosità di quel “altro” che ci
mangia dentro, che ci sfonda l’umore della giornata.
Passa il tempo, il sale
sulle ferite non brucia più ma quello spettro continua a chiedere di te, a
reclamare attenzione solo per schiacciarti a terra. La colazione della domenica
dentro pigiami casalinghi e stropicciati, il pranzo sotto l’ufficio con le mani
intrecciate sotto la tovaglia; non importa di quale terra sei figlio continuerai
a temere quello che non sai, o che non hai mai saputo
Un fantasma è perfetto e
perfettamente amato, perché senza corpo, senza profili, senza manie e difetti,
debolezze e insicurezze. Un mostro di fumo inconsistente eppure potente al
punto da squarciare le crepe del cuore e dell’anima come nessun uomo è mai
riuscito, perché qualcuno come te puoi combatterlo, magari vincerlo, puoi
colpire la carne e vedere il colore dei lividi, riconoscerti perché pieni della
stessa furia cieca e sorda, ma un fantasma, quello non puoi batterlo. Mai.
Nessun commento:
Posta un commento