Poeti, fotografi, film maker.
Le generazioni del tempo sono state piene di questi uomini di talento. Esistenze
ispirate, sregolate, appassionate, eccezionali. Sì, loro sono l’eccezione, loro
hanno rotto la regola della mediocrità per innalzarsi oltre il comune, ispirare
milioni di persone e realizzare la piena natura di se stessi.
Eppure nemmeno per quelli
come loro è stato facile, la riuscita è una ripida salita anche per chi ha il
destino dalla sua. Non c’è perfezione, senza costanza; non c’è capolavoro senza
disciplina. Petrarca pensando ai suoi di tempi scriveva: “Vi sono tanti ingegni
grandi, sì, ma così sensibili che un breve sussurro li distoglie dalla loro
intenzione” Magari oggi fosse questo il problema dei nostri artisti mancati,
magari fosse la distrazione della vita ad ostacolarli.
Più che altro, oggi, sembra vero il contrario: è l’arte
ad ostacolarli nella vita, sono vittime del loro talento, inibiti dal comune
scorrere del tempo non possono che restare fermi. Fuori corso, senza un lavoro,
ma sognatori cronici. E fin qui che male
c’è ? Perché prendersela con chi spera nonostante tutto, nonostante i
tempi avversi, nonostante gli anni duri e il mondo sfinito in cui ci ritroviamo
ahimè a vivere? Qualcuno potrebbe persino obbiettare che la capofila degli
illusi potrebbe essere, perché no, una che fa la stagista, mezza laureata, con
un blog di non si sa bene cosa, convinta che un giorno ce la farà. Nonostante
tutto.
Ma
io non ce l’ho con noi, ottimisti affannati nella ricerca della svolta. Io ce l’ho
con chi quella svolta non la vuole davvero e non la vorrà mai. Ce l’ho con
quelli che si difendono dal fancazzismo e dall’inconcludenza da lavativo
studente fuori corso con una canon al collo e un corso di fotografia comprato
su Groupon. Ce l’ho con quelli che raccontano chi sono ma non sanno esserlo. Ce
l’ho con chi finge di appartenere ad un mondo elitario ignorandone le regole.
L’arte
è mestiere, quando ce l’hai fatta. Prima è la tua ora d’aria dentro una
giornata terrena e qualsiasi. Non è tempo e non c’è posto per dandy consumati,
oziose imitazioni di scrittori che spacciano passatempi per professioni,
registi figli del Dams che una telecamera in mano non l’hanno nemmeno mai
presa. Non c’è posto per voi e nemmeno per la vostra disperazione di sconfitti
mai stati combattenti.
Non
è un sogno nel cassetto a renderti speciale, a farti migliore, non è quello che
ti permette di non sporcarti le mani con cose meschine e sanguigne come la
normalità. Prima del capolavoro, prima, sei uno come tutti gli altri, anzi uno
che lavora più degli altri e non scappi dall’esame di merda, dalla laurea, dal
contratto a progetto, dalla badgata alla fine delle otto ore. I sogni non ti
proteggono, i sogni soprattutto quelli grandi sono un rischio, sono un dovere e
una fatica immensa.
Lasciate
i sogni a chi se li merita.
Go
hard or go home!
Chapeau a te per quello che hai scritto. Non potrei essere più incontrovertibilmente d'accordo con te!!! :)
RispondiEliminaGrazie mille Andrea !!!
EliminaRincuora sapere di non essere la sola a pensarla così :)))